“Come scegli i modelli/e?”

“Come scegli i modelli/e per i tuoi shooting?”.

Questa è una delle domande che mi viene posta più spesso, specialmente quando pubblico Instagram Stories di backstage durante un servizio fotografico. E oggi provo a rispondervi!

Ricordo quando iniziai a muovere i primissimi passi nel mondo della fotografia, senza alcuno scatto di portfolio, quanta difficoltà ebbi nel trovare dei soggetti disponibili a farsi fotografare gratuitamente: le modelle con un po’ di esperienza non mi consideravano per nulla e ignoravano i miei messaggi, quelle con meno esperienza declinavano gentilmente perché insomma, vatti a fidare di un ragazzo con la passione per la fotografia senza alcuna esperienza. Come biasimarle!

Ma una volta trovata la “prima” (che ancora oggi ringrazio!) la situazione si ribaltò rapidamente: ebbi decine di richieste, pure da persone dalle quali avevi ricevuto un secco due di picche.

Uno dei miei primissimi shooting con la modella Martina Ramundo, 2015.

Quando fotografare divenne non più un hobby, ma ufficialmente il mio lavoro e la mia fonte di sostentamento, dovetti prendere la drastica decisione di ridurre al minimo le cosiddette collaborazioni (gli shooting gratuiti, spesso definiti “in TF”) per mancanza di tempo. Le mie giornate erano dedicate solo a scattare e ritoccare immagini di lavoro, campagne pubblicitarie, cataloghi, e-commerce, creazione di contenuti social, etc.

Aggiungermi del lavoro (tra l’altro gratuitamente) significava rallentare le consegne ai clienti, o ritardare le consegne ai modelli e truccatori delle collaborazioni.

Ma ad oggi, quali collaborazioni realizzo? A quali mi dedico? Facciamo 3 distinzioni:

  • Free Test: sono gli shooting che faccio per provare nuove tecniche, luci, obiettivi e attrezzature. Se ho in mente un’idea e voglio provare a vedere se “funziona”, in questo genere di shooting sperimento. Esiste la probabilità che queste fotografie vengano male, che si commettano errori, ma gli scopi del Free Test sono proprio individuare delle criticità, risolverle, e lasciare spazio alla creatività. Guardando il bicchiere mezzo pieno, si possono ricevere scatti spettacolari.

  • Progetti Personali: quando ho in mente un’idea chiara e precisa di luci/mood/outfit e anche di soggetto e makeup. In questi casi mi rivolgo direttamente alla persona che voglio fotografare proponendo la mia idea, che posso realizzare in team o da solo.

  • New Faces: questo genere di shooting è più specifico perché realizzato con collaborazione con Agenzie di moda. In generale ho conoscenze con alcuni/e Booker che periodicamente mi propongono “new faces” (ossia nuovi volti presenti in Agenzia) che hanno bisogno di fotografie per aggiornare o creare un portfolio.

Un esempio di Progetto Personale con la Modella Lucrezia Taddei e la Stylist Camilla Grandi.

È importante spiegare questo perché è chiaro che per i Progetti Personali io preferisca affidarmi a modelli/e che già conosco o con i/le quali sono sicuro di avvicinami il più possibile a ciò che desidero realizzare. Mentre nel caso delle New Faces scelgo tra un ventaglio di proposte (di solite 5/6) che periodicamente le agenzie con cui collaboro mi propongono.

Il Free Test mi dà maggiore libertà, e mi permette anche di chiedere a qualcuno (anche senza esperienza) di posare. Raramente sono io a contattare qualcuno facendo una sorta di scouting, e il più delle volte spulcio tra le richieste ricevute nei mesi o settimane precedenti cercando di trovare la persona giusta. È chiaro che per un Free Test potrebbe andare bene “chiunque” (si tratta pur sempre di uno shooting di prova), ma colgo anche l’occasione per lavorare con persone nuove, alle quali magari qualche scatto (o anche solo l’esperienza di shooting) può fare davvero comodo.

Quando faccio “scouting” sui Social, ossia quando cerco nuovi volti interessanti, mi soffermo spesso su alcuni dettagli che per me sono importanti per capire se prendere o no in considerazione una persona:

  • Quando noto che il soggetto si scatta selfie coprendo sempre buona parte del viso di solito lo ritengo un “cattivo segnale”: probabilmente non ama una parte del proprio viso (naso, orecchie, bocca…) e tende a nasconderla. In un test mi serve flessibilità, e devo avere la possibilità di ritrarre il modello/a da diverse angolazioni.

  • Anche quando il soggetto si ritrae sempre dello stesso lato e mostra lo stesso identico profilo è per me un dettaglio non trascurabile: per evitare di avere foto tutte simili tra loro, vorrei che il soggetto potesse cambiare orientamento del viso senza sentirsi a disagio.

  • Adoro vedere soggetti che sorridono o che fanno facce buffe. È un ottimo modo per osservarne l’espressività, e potrei chiedere loro di giocarci durante il servizio fotografico.

  • Osservo molto anche l’abbigliamento: mi piace poter collaborare con persone che hanno un bel guardaroba e che possano studiare degli outfit interessanti. Inoltre trovo che uno stile ricercato sia indice di grande personalità, e adoro collaborare con soggetti così!

  • Premesso che ognuno è assolutamente libero di fare ciò che vuole con le proprie immagini, ma quando noto un viso molto alterato da app e filtri (ormai ho l’occhio clinico su nasi ristretti, occhi ingranditi o tirati, labbra gonfiate, etc.) so già che sarà difficile che il soggetto accetti le immagini che scatterò per “come sono”, senza richiedere altrettante alterazioni, e questo potrebbe mettermi in difficoltà in fase di ritocco.

Come fotografo non posso evitare di realizzare nuove collaborazioni: mi servono sempre, a prescindere dall’esperienza che posso aver accumulato negli anni. Cambiano le mode, le tendenze, e sperimentare è fondamentale per percorrere nuove strade, conoscere persone e perché no, scoprire anche preziosi talenti!

 
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